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giovedì, 6 Marzo 2025
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Emergenza abitativa a Palermo: dalla Comunità Educante appello per 20 famiglie della Kalsa

Occupano da dieci anni l'ex convento Santa Maria della Pietà. La prefettura intende eseguire la liberazione dell'edificio che giudica non essere in condizioni di sicurezza. L'intervento dell'assessore Tirrito: "Al lavoro su un alloggio alternativo senza disgregare le famiglie"

Serena Termini
Serena Termini
È nata il 5 marzo del’73 e ha tre figli. Dal 2005 è stata la corrispondente dell'agenzia di stampa nazionale Redattore Sociale con cui oggi collabora. Da sempre, ha avuto la passione per la lettura e la scrittura. Ha compiuto studi giuridici e sociologici che hanno affinato la sua competenza sociale, facendole scegliere di diventare una giornalista. Ciò che preferisce della sua professione è la possibilità di ascoltare la gente andando al di là delle prime apparenze: "fare giornalismo può diventare un esercizio di libertà solo se ti permettono di farlo".
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PALERMO. L’ex convento Santa Maria della Pietà, del quartiere Kalsa, è da 10 anni occupato da circa venti famiglie che versano in una grave condizione di indigenza; si tratta di nuclei familiari con minori a carico e persone disabili e anziane. Un appello della Comunità Educante è stato lanciato alle istituzioni, in primis alla prefettura e al Comune, per cercare soluzioni percorribili. Intanto, lunedì scorso, le famiglie si sono riunite in un’assemblea pubblica a piazza Magione per informare la cittadinanza sulla situazione. Le famiglie, fortemente preoccupate per il loro futuro, chiedono un confronto con le istituzioni perché condividano pubblicamente le soluzioni pensate per loro.

“Da dieci anni, per bisogno, abbiamo occupato questo edificio – racconta Veronica, una ragazza che abita dentro l’ex convento della Kalsa -. Da un paio di mesi ci hanno detto che non è più agibile e che dobbiamo andare via. Abbiamo paura perché la situazione è drammatica: ognuno di noi ha famiglia e c’è pure gente invalida, anziana e persone che non sanno dove andare. Siamo iscritti da più di dieci anni all’emergenza abitativa e ci siamo sentiti sempre abbandonati da chi ci dovrebbe aiutare. Non possiamo distribuirci certo nelle case famiglia. Speriamo, soprattutto per i bambini, di trovare un’altra soluzione”.

L’immobile, che è un bene di proprietà del FEC (Fondo Edifici di Culto), pertanto sotto la responsabilità della Prefettura di Palermo, ad oggi è sotto sgombero in quanto le condizioni dell’edificio sono precarie, come si evince da una ordinanza di messa in sicurezza emessa nell’ottobre del 2022 dal sindaco Lagalla. La Prefettura, pertanto, vuole procedere alla liberazione dell’edificio.

“Il Comune, che ha riconosciuto la Comunità Educante nel suo ruolo di mediazione, ha proposto al Prefetto uno sgombero graduale dell’edificio (a partire dalla parte più ammalorata) così da mantenere temporaneamente la restante parte non pericolante a uso abitativo – scrive in una nota la Comunità Educante composta da circa 8 realtà diverse -, e disporre dei tempi necessari alla presa in carico da parte dei Servizi sociali competenti per portare a compimento misure adeguate. Nonostante tre differenti enti (Soprintendenza, Vigili del Fuoco e Ufficio Città storica) abbiano confermato, in seguito ai sopralluoghi effettuati dai propri tecnici, che una parte della struttura non è a rischio crollo – e potrebbe pertanto essere utilizzata temporaneamente per uno sgombero graduale –  il Prefetto ha ritrattato ogni possibile apertura alla luce delle disposizioni del Ministero dell’Interno a procedere con gli sgomberi delle occupazione abusive. Riteniamo che la situazione di queste famiglie debba essere affrontata come una questione che riguarda l’intera Comunità Educante e il quartiere. Crediamo che sia responsabilità della comunità prendersi cura della comunità stessa e non lasciare nessuno indietro”.

Sono famiglie che non hanno soluzioni abitative alternative, volenterose di intraprendere un percorso di fuoriuscita dalla condizione di esclusione e povertà, ma prive di strumenti che consentano loro di trovare soluzioni permanenti ed efficaci per modificare la condizione in cui vertono – continua la Comunità Educante -. In qualità di associazioni, scuola ed altre numerose realtà del quartiere, che si riuniscono nella Comunità Educante – Mandamento Tribunali – conosciamo queste famiglie e le seguiamo da anni in percorsi di educazione non formale, inclusione sociale, orientamento e accesso ai servizi. Con esse intercorre un rapporto di fiducia: sono le famiglie dei bambini e delle bambine che frequentano l’ICS Rita Borsellino, scuola presso cui hanno iniziato l’anno scolastico e dove partecipano a numerose attività che la scuola propone in rete con le associazioni e tutti gli attori della Comunità Educante”.

“Dalle interlocuzioni che abbiamo avuto con le famiglie negli ultimi mesi, abbiamo potuto constatare che le soluzioni fino ad ora proposte non sono adeguate: le misure messe in campo, di per sé insufficienti, non possono peraltro risolvere in tempi brevi le numerose, diverse e gravi le complessità che vivono, e che ora devono con urgenza affrontare, in vista dell’imminente sgombero – aggiunge ancora nella nota la Comunità Educante -. Dopo numerosi colloqui svolti con ognuna delle famiglie, abbiamo avviato un dialogo con il Comune, in particolare con l’Assessorato all’Emergenza abitativa, chiedendo quali altri percorsi fossero stati pensati per i suddetti nuclei familiari, i quali, senza risposte concrete vedranno un tragico peggioramento della propria condizione“.

E una risposta concreta arriva dallo stesso assessorato. Fare lo sgombero sarà necessario per via delle condizioni precarie della struttura, ma alle famiglie verrà proposta una soluzione alternativa – grazie a un’interlocuzione tra Comune e Regione – che non smembri i nuclei familiari. Una continuità sarà offerta anche al percorso scolastico dei ragazzi che vivono in questo complesso. Per loro si sta studiando la soluzione di uno scuolabus, che li accompagni all’ingresso e all’uscita da scuola. “Ho più volte incontrato le famiglie che vivono nell’ex convento in via Alloro – riferisce l’assessore Antonella Tirrito -, con la collaborazione della scuola e delle associazioni della Comunità educante delle Kalsa. Il Comune assieme alle istituzioni competenti sta lavorando per cercare una soluzione, tenendo fissi due principi: non disgregare le famiglie e dare loro un’alternativa valida che risponda all’emergenza abitativa. A guidarci è la volontà di essere attenti ai bisogno delle persone, soprattutto dei più fragili e degli ultimi”.

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