PALERMO. Prendere consapevolezza del territorio in cui si vive attraverso nozioni teoriche e pratiche su social media e giornalismo sociale. Il gruppo di giornalisti dell’impresa sociale Il Mediterraneo ha avviato il percorso di formazione al giornalismo e alla comunicazione digitale di un gruppo di studenti del quartiere Brancaccio. Grazie, infatti, al Centro di accoglienza Padre Nostro, impegnato da anni nel contrasto alla povertà educativa, con il gruppo di giovani delle scuole medie del quartiere, è in corso un laboratorio di giornalismo che si concluderà a maggio. In particolare, tra gli step in programma, i giovani realizzeranno delle interviste agli operatori di alcune realtà sociali di Brancaccio e, inoltre, faranno dei sopralluoghi specifici per raccontare alcune parti del loro territorio. Si tratta del progetto web tv di periferia sostenuto dalla Fondazione Snam ETS. Progetto che prevede, inoltre, un laboratorio con i giovani della scuola media Falcone dello Zen e un altro che comincerà con quelli della scuola Lombardo Radice nel plesso Verga di Ballarò.
I giovani stanno conoscendo come approcciarsi al giornalismo: alla lettura dei giornali, cartacei e online, all’uso dei social network e allo storytelling di sé. In particolare, il focus si concentra sulla scrittura giornalistica e sulla guida all’uso dei social network, tra post, storie e reel. Tutto ciò adattando i contenuti con lo stile e i linguaggi consoni all’età degli studenti. A conclusione del progetto verrà realizzato un mini-documentario in cui i giovani raccontano il loro quartiere.
“Per noi è importante conoscere ed imparare a scrivere e leggere una notizia – racconta Victoria Buffa che ha 14 anni – per riuscire ad avere un senso critico che ci faccia avere un nostro pensiero sulle cose che accadono, differenziandoci dal pensiero di massa. Da grande vorrei fare la giornalista sportiva perché è una passione che mi è nata dopo avere guardato gli Europei di calcio 2020. Mi piacerebbe prevalentemente approfondire questo settore che viene svolto quasi tutto al maschile”.
“Ho trovato molto interessante che abbiamo conosciuto e commentato assieme i siti informativi di diversi giornali online – continua Giuseppe Arini di 14 anni -. Confrontandoli abbiamo scoperto che, oltre alla cronaca nera, esiste pure la cronaca bianca di buone notizie che, spesso, emergono meno”. “Questo progetto ha per noi una doppia valenza – afferma il presidente del centro Padre Nostro, Maurizio Artale -. La prima è quella che utilizzeremo come luogo fisico, dove i ragazzi si riuniranno per formare una piccola redazione, un’antica torre del 1600 che abbiamo ristrutturato. Grazie, infatti, alla Regione siciliana che ha cofinanziato l’opera di riqualificazione del bene provvedendo alle attrezzature che occorrevano, è nata Torre Pollaccia come centro aggregativo giovanile e coworking per tutto il quartiere di Brancaccio. Il secondo valore è quello che la struttura nasce proprio in via Brancaccio. Il primo anno i giovani verranno affiancati da tutor mentre negli anni successivi pensiamo di affidarglielo in completa autogestione. L’obiettivo è quello di renderli capaci di gestire una redazione affiancati dai professionisti. I nostri giovani, in questo luogo, potranno fare tesoro pure dei diversi incontri interculturali che hanno fatto con i giovani di altre parti del mondo e che continueranno a fare”.