CATANIA. Mani, indumenti, tatuaggi. Un viaggio nelle carceri รจ quello che la fotografa sarda, ma siciliana dโadozione, Arianna Di Romano ha realizzato con i detenuti della Casa circondariale di Caltagirone, per raccontare unโumanitร , spesso oggetto di stigmatizzazione. Trentasei scatti racchiusi nella mostra โBlocco 200 Anime sospeseโ, che dopo la 36esima Coppa degli Assi al Centro Equestre del Mediterraneo di Ambelia, approda al Museo Diocesano di Caltagirone ed รจ visitabile fino al 27 febbraio 2022.
โLa dove non รจ permesso osservare dallโesterno – dichiara il direttore del Museo Diocesano don Fabio Raimondi – questa mostra ci permette di avere uno sguardo, dal punto di vista di chi รจ obbligato, dalla giustizia, a vivere dentro le chiusure rappresentate dalle potenti strutture in cemento armato. Un modo per suscitare la riflessione su questa realtร che si pensa lontana, ma che invece รจ a due passi da noi e merita la nostra attenzioneโ.
โBlocco 200 Anime sospeseโ รจ un progetto dโinclusione sociale che immortala momenti di vita di persone private della loro libertร nelle carceri, ma capaci di oltrepassare grate e cancelli attraverso lโobiettivo della macchina fotografica. Proprio attraverso le immagini si diventa ogni volta autori e attori, in unโattesa e in spazi circoscritti che rendono il tempo a disposizione quasi sospeso, come le Anime che ruotano attorno ad esso.
Il racconto degli “ultimi” nelle carceri
Per Arianna, raccontare gli ultimi, i piรน fragili รจ un fattore naturale. Con una forte propensione per le vite e le storie degli altri, specie quelle piรน difficili, la sua formazione si orienta sul terzo settore, per prendere la rotta della fotografia sociale e di denuncia. โRaccontare la quotidianitร di una struttura come le carceri credo abbia a che fare con lo stesso, forte desiderio, che mi spinge a scegliere di rimanere accanto a coloro di cui si parla poco, o non si parla affattoโ.
Da giugno ad ottobre 2021, il suo sogno si realizza con un laboratorio fotografico di cui fanno parte 17 โragazziโ, come a lei piace chiamarli. Sono i ragazzi della Casa circondariale di Caltagirone. Storie autentiche, ma dal sapore sconosciuto. โOgni sguardo, ogni espressione, ogni segno sulla pelle รจ una narrazione della loro piรน intima essenza pronta a volar via per mostrarsi al mondo. “Blocco 200 – Anime sospese” sarร esposta anche a Catania, in altre cittร della Sicilia e non soloโ.
Un viaggio fotografico che tocca diverse nazioni
Il prossimo viaggio della fotografa siciliana, anche tecnico dei Servizi Sociali, che vive a Gangi, avrร a che fare con una minoranza etnica. Nata in Sardegna, da padre siciliano, dal 2014 inizia a raccontare le etnie del Sud Est Asiatico e della popolazione Rom. Dalla Sardegna fino in Serbia e in Bosnia, in Francia, Thailandia, Austria e Cambogia. In Corea del Sud e in Giappone. ร a Domusnovas, perรฒ, nel sud della Sardegna, dove il padre gestisce una concessionaria di automobili, che Arianna conosce i โsignori Romโ (come ama definirli) che vivono a Carbonia, a pochi chilometri di distanza. Una conoscenza che abbatte pregiudizi portando fuori gentilezza e onestร . Valori presenti nel cuore di qualsiasi etnia e popolazione del mondo. Diversi viaggi, anche in solitaria, in Serbia e Bosnia, a Sarajevo e Belgrado, a contatto con le condizioni di vita, spesso difficili, come quelle dei โsignori Romโ.
Un altro dei suoi viaggi รจ nel Sud Est asiatico accanto agli animisti. Una religione che crede che uno scatto ti rubi lโanima. Luoghi difficili da raggiungere e condizioni igieniche non delle migliori. Non ci sono servizi e ci si lava nei fiumi. Arianna ha vissuto qui sei mesi della sua vita. Le difficoltร ? Le ha superate con il rispetto e la fiducia. โPer me, penso sia cosรฌ facile superare i limiti, perchรฉ non ne ho mai avuti. Quando ti racconti e lasci che gli altri facciano lo stesso, crei fiducia”. Rispetto per i problemi e i disagi altrui. Nessuna paura o percezione del rischio, prima e durante questi viaggi, da adulta, avvertita dei possibili pericoli. โDipende dal modo in cui percepisci la realtร e vivi il contatto con gli altriโ, conclude.