MONREALE. I tappi di plastica “diventano” pozzi d’acqua, aule scolastiche e borse di studio: Villaciambra trasforma i rifiuti in strumenti di ricchezza. Si raccoglie, si ricicla e si dona nell’oratorio Don Bruno di Bella, in provincia di Palermo. Da quattordici anni il ricavato della vendita dei tappi è destinato al finanziamento di progetti nel Sud del mondo. Duplice, infatti, è il valore dell’iniziativa che educa grandi e piccoli al rispetto dell’ambiente e ai valori della solidarietà internazionale. Un buon esempio di economia circolare e di fratellanza che dovrebbe essere replicato ed esteso a scuole, uffici e altre parrocchie.
Solidarietà, sostenibilità e responsabilità rappresentano i tre assi portanti dell’iniziativa. Negli ultimi due anni i proventi della vendita sono utilizzati per supportare l’attività di padre Mario Pellegrino, missionario marsalese di trentacinque anni che vive nei villaggi del Sud Sudan e aiuta sfollati e rifugiati con particolare riguardo ai giovani e alla loro istruzione attraverso il progetto delle borse di studio.
“Sono quindici i ragazzi e le ragazze, tra i quindici e i ventidue anni, che grazie alle comunità di Villaciambra e Palermo, possono studiare a Juba in Sud Sudan – racconta – Francesco Raccuglia, presidente dell’oratorio Don Bruno di Bella – grazie alla raccolta finiranno la ‘Secondary School presso Bro. Augusto Memorial College’, un istituto che fa parte dei progetti finanziati dalla CEI nel Paese. Così potranno giocare la loro carta per un futuro migliore“.
La raccolta dei tappi a Villaciambra
“Lo stoccaggio avviene in un’area messa a disposizione da una famiglia del posto – aggiunge Tore Pastore, membro del consiglio direttivo dell’oratorio – e grazie alla buona volontà di tanti si riescono a raccogliere tonnellate di tappi che, in big bag da circa 170 chili, sono periodicamente trasportate nella società con sede a Carini che li ricicla e realizza cassette per la frutta e tubi per l’irrigazione. Ogni chilo di tappo ci viene pagato 18 centesimi e dal 2009, anno in cui è stata avviata la raccolta, al 2021 abbiamo raccolto 140 tonnellate di tappi”.
“Il desiderio è di appoggiare una realtà del Sud del mondo – commenta fratel Claudio Parotti, missionario comboniano a Palermo – dal 2018 è stata avviata una collaborazione con i comboniani. Con tonnellate di tappi di plastica raccolti ci sono anche meno tonnellate d’immondizia per le strade. C’è questo beneficio immediato ma tanti altri avvengono in maniera meno immediata. A messa spesso arrivano i fedeli col sacchettino di tappi da consegnare. Anche per chi non fa la differenziata è un inizio. Questo progetto ha aperto cammini interessanti ed è stato raccontato anche con una foto- narrazione, si tratta di una mostra itinerante. Uno dei valori più grandi che mi muove – spiega – sono le generazioni che verranno, non hanno diritto di venire in un mondo-spazzatura. La parola risolvere non mi appartiene, ma credo nella forza del segno. Patrocinare lo studio di altre persone – conclude – mi sembra qualcosa di paradigmatico, anche se non risolveremo l’analfabetismo in Sud Sudan o il problema dell’immondizia a Palermo”.
Il reportage fotogiornalistico “Open Caps”, dalla Sicilia al Sud Sudan
Una bella storia che qualche mese fa è stata documentata dalla giornalista Marta Genova e suo marito Antonino Costa, fotografo, che sono volati nel Paese africano per realizzare il reportage “Open Caps”. “Raccontiamo per immagini una storia di sostenibilità ambientale e sociale, che ci ha portato da Villaciambra a Juba, capitale del Sud Sudan. Qui i missionari comboniani sviluppano la parte del progetto riguardante le borse di studio – ci riferiscono -. I ragazzi più volenterosi dei villaggi vengono ammessi a studiare in questa secondary school in cui noi siamo stati in modo da garantire loro un futuro. Non è stato facile arrivare lì, a Juba. La Farnersina ci ha sconsigliato più volte di andare, ma siamo andati comunque. I missionari comboniani dall’aeroporto ci hanno accompagnato subito al college. Questi ragazzi non hanno un futuro se non nell’istruzione in un Paese in ginocchio per la guerra. Grazie a iniziative così hanno una speranza. Nel nostro reportage abbiamo documentato tutta questa filiera positiva e abbiamo dimostrato come una semplice buona pratica ecologica può avere effetti positivi sulle vite di altre persone anche lontane“.
Non solo borse di studio
Le borse di studio sono solo l’ultimo di una lunga lista di progetti realizzati in questi anni. Le opere frutto di buone pratiche ecologiche, solidarietà e impegno sociale sono iniziate nel 2006 grazie alla tenacia di don Enzo Bellante, in quegli anni parroco della chiesa Maria Santissima del Rosario a Villaciambra. “Dalla solidarietà alla solidarietà”, era il nome del progetto dalle nobili cause ma anche un’attività rivoluzionaria visto che la raccolta differenziata non era ancora stata avviata. Con il ricavato è stata finanziata in Libano la ricostruzione della scuola materna ed elementare, in Vietnam la realizzazione di cisterne e pozzi d’acqua, nel Burkina Faso sono state sostenute le attività nel Seminario di S.Cyprien di Kaia, e ancora un progetto dell’associazione LVIA in Somalia, eseguite operazioni di bonifica e di escavazione pozzo. In Romania, invece, sono state costruite alcune abitazioni nel villaggio dei ragazzi di Ciocanari e in Madagascar le donazioni sono servite per l’attività in favore delle donne madri, Centro Mitsiky.
Quando i rifiuti non sono solo rifiuti
“I rifiuti hanno una duplice ricchezza e la comunità l’ha compreso bene – commenta don Enzo Bellante, parroco di Santa Teresa, a Monreale – hanno colto, da una parte, l’importanza del riciclo e dall’altra la possibilità di ricavare qualcosa dalla vendita dei tappi e donare la somma per la realizzazione di progetti solidali. Tutto nasce da una richiesta di un’anziana signora – prosegue – che aveva sentito parlare della raccolta dei tappi e mi spinse verso questo impegno. Inizialmente – prosegue – non ero interessato ma soltanto perché le attività da portare avanti erano già tante. Poi parlai con i giovani che si resero responsabili dell’iniziativa così partì. Un’iniziativa che poco alla volta ha iniziato ad acquisire uno spessore interessante coinvolgendo molte persone“.
“Le attività – aggiunge don Gaetano Gulotta, parroco della chiesa Santissima Maria del Rosario – sono svolte principalmente dai volontari dell’oratorio. La parrocchia, durante le varie celebrazione dell’Eucaristia, cerca di sensibilizzare costantemente la comunità a partecipare all’iniziativa“.