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giovedì, 24 Aprile 2025
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A Erice “L’Onda della pace”, l’Istituto Florio vicino ai popoli martoriati dalle guerre

Una striscia di tessuto, come simbolo di pace da portare sempre con sé, per sperare, per non dimenticare, e per diffondere solidarietà

Lilia Ricca
Lilia Ricca
Giornalista pubblicista, laureata in Comunicazione per le Culture e le Arti all'Università degli Studi di Palermo, con un master in Editoria e Produzione Musicale all'Università IULM di Milano. Si occupa di cultura, turismo e spettacoli per diverse testate online e da addetto stampa. Scrive di sociale per "Il Mediterraneo 24"
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TRAPANI. L’Istituto Superiore ‘Florio’ di Erice è vicino ai popoli martoriati dalle guerre, vicino al loro dolore, solidali per la tragedia che continuano a subire. Per questo, in vista del Natale, dal Convitto annesso all’Istituto a Erice Centro Storico, prende il via un’iniziativa che si propone di diffondere un simbolo di pace da portare sempre con sé, per sperare, per non dimenticare, e per diffondere solidarietà con un’onda umanitaria tra la gente. Nasce così ‘L’Onda della pace’, scelta come grido silenzioso per dire BASTA alle guerre.

Crearlo è molto semplice: basterà ricavare una striscia di tessuto bianco larga almeno 10 cm e lunga circa 1 metro che si potrà successivamente personalizzare ricreando con un pennarello, il simbolo della PACE sulle due estremità. Non resta che indossarlo e portarlo in giro invitando gli altri a fare altrettanto.

“Inizia così il nostro Natale – dice la Dirigente Scolastica, Pina Mandina – con questo gesto che i ragazzi cominceranno a diffondere da domenica sera, in segno di attenzione e pacifica ribellione alle guerre e ai soprusi nel mondo. Mentre noi tutti ci apprestiamo a vivere le festività all’insegna del calore anche familiare e nelle comodità più o meno consuete della nostra tradizione, nella sicurezza, nella routine di giorni attesi, ci sono persone nel mondo, e sono tante, troppe, che vivono nella paura, tra gli stenti, nell’impossibilità di un futuro. A tutto questo vogliamo dire BASTA, con un segnale che ci auguriamo diventi virale, per essere condiviso e diffuso il più possibile. Un gesto che parte dai ragazzi e che per questo assume un valore importante che, speriamo, possa consentire anche una riflessione che incida sulle coscienze spesso sopite”.

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