PALERMO. L’incontro con Sicily Music conference ha visto la partecipazione di Enrico Cantaro di Palermo Suona e i due nuovi emergenti cantautori Palermitani Kid Gamma ed Esdra.
Enrico ha spiegato a noi alunni come la situazione pandemica, ancora presente nelle nostre vite, abbia messo in ginocchio il mondo della musica. Il blocco di concerti, tournée e della vita stessa si è rivelato davvero cruciale per loro. Per emergere da questo abisso, l’associazione Sicily Music conference, subito dopo la fine delle restrizioni, ha cominciato a muoversi mediante l’organizzazione di eventi e concerti, per la ripresa del settore musicale in Sicilia.
Dopo questo primo, vi è stato l’intervento dei due cantautori, che hanno raccontato le loro storie e di come la loro vita sia cambiata in così poco tempo,
motivando noi alunni a non farci prendere dal timore di non farcela ma di persistere per raggiungere ogni nostro sogno o desiderio.
Per concludere l’incontro in bellezza, i due cantautori ci hanno intrattenuto facendoci ascoltare le loro canzoni. C’è stato un intreccio tra i due giovani: nell’esibizione live ha cominciato KidGamma con il brano “Dove sei?”, seguito da Edra con la canzone “Pianta e uragano”; poi un’altra volta KidGamma con “Farci male” e per terminare abbiamo ascoltato nuovamente Edra con “Mala sorte”. Due meravigliosi talenti palermitani che con la loro determinazione e costanza brilleranno come due stelle. DF
Altro incontro con la giovane e coinvolgente Ludovica Di Prima, esponente del collettivo palermitano “Ecologia Politica”, che ha introdotto una realtà da noi giovani molto sottovalutata o spesso poco considerata, quella della transizione ecologia.
Ma cos’è esattamente?
La transizione ecologica fa parte di un percorso finalizzato ad ottenere un futuro più sostenibile, attraverso un presente in cui individui e istituzioni cooperano per il raggiungimento della neutralità climatica.
La splendida Ludovica ci ha fatto riflettere su quanto sia importante contribuire utilizzando dei mezzi sostenibili, nel nostro piccolo, nella nostra quotidianità cercando di preservare il nostro futuro.
Un’altra questione che ha evidenziato è stata quella della situazione catastrofica ed incontrollabile di Gela dove, per via del continuo aumento dell’inquinamento da parte delle industrie, l’incremento di sostanze nocive nell’aria ma anche nel cibo che mangiamo sono sempre più frequenti. Inoltre costituisce uno dei fattori scatenanti del continuo accrescere del tasso tumorale nel comune di Gela.
Ludovica ha catturato l’attenzione di tutti noi sensibilizzandoci verso l’argomento, invitandoci infine a collaborare per cercare di contenere l’inquinamento atmosferico.
È davvero stimolante sapere che al mondo esistono persone come Ludovica che nel loro piccolo cercano di migliorare il mondo! MG
L’incontro in aula magna con Marco Chichi, intelligente e carismatico dottorando in dialettologia siciliana e Toponomastica popolare è stato piacevole e molto coinvolgente. In chiave “comica”, dove senza ombra di dubbio la simpatica era padrona, ci ha fatto riflettere sul nostro dialetto siciliano nelle sue varie sfumature. Ai tempi dei nostri nonni il dialetto era la “lingua madre”, con termini davvero antichissimi che attualmente risuonano nelle orecchie e nella mente di pochi, e di cui si stanno perdendo le tracce nel corso del tempo. All’epoca l’italiano veniva usato prevalentemente in forma scritta, solo dopo l’invenzione delle Televisione il suo uso è diventato sempre più frequente. Proprio per questi termini un po’ particolari, sono molte le persone che hanno difficoltà o nel comprenderlo o nel parlarlo, o alcuni per scelta personale, preferiscono non parlarlo perché lo considerano una trivialità. In modo particolare il dialetto siciliano viene definito volgare, a differenza di quello napoletano e romano che invece viene utilizzato con piacere. A sua volta, spesso una persona che parla il dialetto viene considerata senza educazione, né grazia, un cafone vero e proprio. Il dialetto fa parte della nostra terra ed è una lingua a tutti gli effetti, giudicare una persona tale perché lo utilizza è privo di senso. Ci saranno modi e modi per utilizzarlo al meglio ma è sempre opportuno porre con attenzione e misura le giuste parole perché la linea tra educazione e finto perbenismo è sottile. DF
Altro incontro in aula magna con il segretario generale della nazionale calcio Sicilia e AFA, Fabio Petrucci. Alternando le parole ad immagini e video, ha raccontato com’è è nato tutto ciò in modo davvero molto interessante.
La loro bandiera porta i colori giallo e rosso, i colori del vespro, che simboleggiano Palermo e Corleone. Al centro troviamo la Trinacria simbolo millenario della Sicilia con attorno la scritta “Animus Tuus Dominus” ovvero “Il coraggio sia il tuo signore”.
Ha mostrato le loro 3 divise della Nazionale Siciliana:
La prima porta il nome di Vèspiru, richiama la insurrezione del Vespro Siciliano del 1282, evento simbolico per la lotta alla libera dell’isola. Colorata di giallo e rosso che, secondo la tradizione, sono stati i scelti in omaggio all’alleanza tra Palermo e Corleone.
La seconda si chiama Fidiricu, la sua composizione è ispirata alla bandiera di Sicilia. È stata dedicata all’imperatore Federico II (Lo stupor Mundi) molto amato in Sicilia.
L’ultima invece porta il nome di Ruggeru, si rifà allo scudo degli Altavilla, una delle più importanti famiglie storie della Sicilia, di cui il massimo esponente fu Re Ruggero III. È composta dai colori argento, che sta a simboleggiare la ricchezza del paese, il rosso simboleggia la corona di Ruggero ed infine l’azzurro che era il classico colore dei guerrieri normanni. L’incontro si è concluso con la visione di alcuni video molto interessanti riguardanti le loro partite. DF
Con la giovane e avvincente Clara Pipitone del collettivo Medusa si è in questo terzo incontro instaurato un dibattito a dir poco interessante sul tema delle battaglie delle donne.
Quando viene in mente l’espressione “parità di diritti” si può pensare a quanti lunghissimi anni sono trascorsi affinché alla donna sia stato riconosciuto il ruolo di un essere vivente pari a quello dell’uomo. Eppure guardando la storia il suo ruolo è stato sempre quello di una piccola appendice dell’uomo, anche se oggi le società moderne proclamano così tanto il raggiungimento dell’anelata parità, lo stereotipo di “essere” inferiore all’uomo viene subdolamente portato avanti.
Basta spostare lo sguardo dalle società occidentali per arrivare a società del Medio Oriente per accorgersi che la donna si trova nel primitivo stato di centinaia di anni fa. Se la storia ci insegna che per raggiungere la parità la donna ha dovuto lottare anche a costo della vita, non bisogna andare lontano per capire che queste battaglie sono tutt’oggi in corso, in particolare modo in paesi quali l’Iran.
La forza, la determinazione e l’unione delle donne non hanno confini e attraverso la comunicazione mediatica il sostegno arriva anche nei luoghi più sperduti.
L’incontro con Clara e sopratutto le sue parole sono sicuramente entrate nella testa e nel cuore di chi oggi l’ha ascoltata, facendo nascere quel senso di solidarietà verso tutte le donne che ancora oggi sono ai margini della società. Le parole non bastano però, e adesso è tempo di rimboccarci le maniche, affinché tutte possano vivere nella più totale serenità e uguaglianza. MG