PALERMO. Siamo Angela, Doriana, Alessandra, Roberta, Vincenza, Daniela, le mamme di Denise, Andrea Carlotta, Gabriel e Benny, alunni della Scuola primaria Francesco Saverio Cavallari, Corso dei Mille di Palermo, partecipanti con orgoglio del progetto “La mia scuola è un giardino di legalità”, che continua anche quest’anno.
Noi mamme, partecipando a questo progetto, abbiamo avuto la possibilità di arricchire i nostri ruoli di mogli, mamme e soprattutto donne, grazie al Consultorio dei diritti MIF, un team multidisciplinare di Pedagogisti, Counselor, Psicologi, Avvocati e Mediatori familiari. Abbiamo partecipato attivamente agli incontri affrontando tematiche importanti sulla legalità, quali il bullismo, il cyberbullismo, le responsabilità genitoriali civili e penali nei confronti dei figli con l’avvocato Maria Tarantino. Abbiamo toccato argomenti profondi come la gestione delle emozioni, il rapporto genitori figli, il diritto alla salute, il diritto alla felicità con le dottoresse Alessandra Patti, Laura Furnari e Mariella Lupo.
Grazie a questo progetto di eccellenza abbiamo portato con noi una consapevolezza diversa, un conforto emotivo, una nuova forza, abbiamo ricevuto tanti preziosi strumenti per portare avanti il nostro difficile ruolo di genitori, in quest’epoca così complicata.
I nostri bambini, agricoltori in erba, hanno costruito un giardino, piantumato alberi e fiori colorati, hanno contribuito a seminare legalità, diritto e senso civico, valori di inestimabile importanza soprattutto in un territorio come il nostro. Le tematiche affrontate, come la legalità, devono essere affrontate ogni giorno, perché i genitori ne hanno davvero bisogno, hanno bisogno di strumenti come questi per essere accompagnati nell’educazione dei figli, hanno bisogno di risorse da cui attingere per dare ai propri figli la possibilità di diventare adulti onesti, consapevoli e felici, hanno bisogno di sperare e credere in un futuro migliore.
Lo scopo di questa lettera è chiedere di potere continuare a percorrere questa strada. Abbiamo l’obiettivo di una “riqualificazione morale” del territorio, e cioè un’opportunità per continuare a sperare che qualcosa possa davvero cambiare.