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mercoledì, 5 Marzo 2025
SpecialiI vulnus dell'accoglienza in Sicilia e quel cambio di passo atteso con la conferenza regionale

I vulnus dell’accoglienza in Sicilia e quel cambio di passo atteso con la conferenza regionale

Base della discussione, in programma oggi a Palermo, un documento tecnico di venticinque fitte cartelle, elaborato dall’Ufficio speciale immigrazione, che intercetta tutti i punti di crisi di un’accoglienza qualitativamente molto scadente

Rino Canzoneri
Rino Canzoneri
Giornalista e mentore di ragazzi migranti
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L’obiettivo è parecchio ambizioso: individuare le criticità, i problemi e le difficoltà che incontrano i migranti provenienti dai Paesi extracomunitari e gli apolidi presenti nel territorio siciliano.
La Regione ci prova con la prima conferenza regionale “per una Sicilia plurale multietnica e inclusiva” che si tiene oggi a Palermo all’hotel La Torre di Mondello.
La conferenza, che arriva con un anno di ritardo, prevista da una legge del 2021 molto avanzata in termini di accoglienza (la n. 20 del 29 luglio), presieduta dall’assessore regionale alla Famiglia e al Lavoro Nuccia Albano, vedrà confrontarsi rappresentanti di enti pubblici e privati, delle organizzazioni del Terzo Settore, della presidenza del Consiglio dei ministri, dei ministeri dell’Interno e del Lavoro, della Direzione generale immigrazione della Comunità Europea e di vari esperti.

Base della discussione un documento tecnico di venticinque fitte cartelle, elaborato dall’Ufficio speciale immigrazione, braccio operativo dell’assessorato alla Famiglia, diretto da Michela Bongiorno, e col determinante supporto del funzionario Saverino Richiusa, che intercetta tutti i punti di crisi di un’accoglienza qualitativamente molto scadente, soprattutto in raffronto a quella prevista dalla legge citata, all’avanguardia nel panorama nazionale, ma che resta in gran parte sulla carta. Basti qui riportare un solo passo di questo provvedimento che recita: “La legislazione regionale si ispira ai principi di uguaglianza, alla costruzione di una società multiculturale e inclusiva, alla garanzia delle pari opportunità di accesso ai servizi, al riconoscimento ed alla valorizzazione delle differenti culture e al contrasto di ogni forma di discriminazione”. Poi tutti sappiamo come vanno le cose nella realtà.

L’elenco dei disagi, sul tappeto della conferenza, che vivono gli immigrati extracomunitari è parecchio lungo e fortemente penalizzante, come si evince anche dal documento posto alla base della discussione. Si va dalla mancanza in genere di alloggi in affitto e particolarmente per i migranti (rifiuti a raffica se sei nero), dalle difficoltà di trovare un lavoro regolare (dilaga quello in nero), a quelle di accesso ai servizi socio-sanitari, alla formazione e all’istruzione, alle discriminazioni razziali, alle difficoltà di imparare la lingua, alle problematiche legate ai permessi di permessi di soggiorno o ai documenti rilasciati dai servizi di anagrafe (carte di identità, residenza, ecc) soprattutto a Palermo con attese di diversi mesi. Situazioni che sarebbero difficili da affrontare per un italiano, figuriamoci per un cittadino che arriva di un altro mondo completamente diverso dal nostro. Ci sono poi le questioni dell’integrazione dei minori stranieri che arrivano da soli e quelle delle donne vittime di tratta che avrebbero bisogno di un’accoglienza particolare che non c’è.

Il documento elaborato dall’Ufficio speciale immigrazione pone l’accento anche sull’assenza di una rete di soggetti pubblici e privati che si occupano di migranti. Ognuno va per conto suo, senza sapere cosa fa l’altro, creando spesso servizi doppioni con spreco di denaro che potrebbe essere impiegato in modo più proficuo. Va sottolineato “che spesso la risposta a un bisogno (in termini di servizi) esiste, ma gli interessati ne sconoscono l’esistenza”, dicono alla Regione. C’è quindi bisogno di una mappa, che venga costantemente aggiornata, dei servizi e delle opportunità che esistono nel territorio. Darebbe una mano importante.

A conclusione della conferenza, secondo quanto stabilito dalla legge che la prevede, verrà elaborato il piano triennale “per la programmazione e la gestione delle politiche di accoglienza, al fine di favorire l’inclusione sociale, culturale e civile degli extracomunitari”. Questo piano, secondo le previsioni dell’Ufficio speciale immigrazione, che intercetterà anche i finanziamenti statali e comunitari, dovrebbe essere pronto entro l’inizio della prossima primavera per poi dare vita anche a dei piani annuali. L’iter prevede che la loro approvazione sarà fatta dalla giunta di governo, previo parere delle commissioni competenti.

Lo strumento è molto importante perché intercetta tutte le problematiche esistenti e individua soluzioni di grande interesse. Ma questo è solo un primo passo. Perché poi bisogna vedere che sorte avrà questo piano. Se verrà veramente seguito ed attuato, almeno in parte, o resterà un libro dei sogni chiuso in un cassetto, come la Regione è stata spesso solita fare per altri piani altrettanto importanti.

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