PALERMO. “La disabilità per me è come navigare sulle onde. Difficile sì, ma se ti alleni e non molli il timone può essere una navigata stupenda. Certo navigare da soli non si può in una barca a vela…si ha sempre bisogno degli altri… Ci vuole la compagnia giusta, quella che non ti fa notare i tuoi limiti ma li supera, ti aiuta e non si vergogna di esserti amico, sostenendoti anche nei momenti più difficili”: così scrive Alberto Bilardo. È uno dei suoi pensieri che da tempo raccoglie e pubblica sul suo blog.
Ha 29 anni Alberto. Dalla nascita le sue mani si muovono a fatica e quando cammina o corre non è coordinato, le sue parole vengon fuori con fatica e per articolarle impiega un pò più di tempo. Così è adesso, così è da quando è nato. Ha una Tetraparesi Spastica che non lo ha mai fermato: non è mai rimasto fermo né mai ha ceduto ai giudizi. “Grazie alla mia forza di volontà, grazie all’amore della mia famiglia e dei miei amici – dice – ho accettato la mia disabilità. Quando ero bambino mi prendevano in giro però dopo la sofferenza che provavo a un certo punto non me la prendevo più anzi ci scherzavo su”.
Dopo la licenza liceale ha trascorso parte del suo tempo sui libri per studiare e sostenere gli esami. Uno dopo l’altro fino alla laurea in Scienze Sociali. Oltre la passione per lo studio anche quella per la fotografia. “All’inizio lo prendevo come passatempo perchè con i problemi motori non sapevo se potevo impugnare la Macchina Fotografica ma poi grazie a un idea di mettere un’asta nella macchina sono riuscito a fotografare”.
Da allora non ha più smesso. “Attraverso la fotografia mi piace catturare le cose che sembrano più banali e che ogni giorno le mettiamo da parte e invece sono proprio quelle cose più importanti da valorizzare. Nelle mie prime foto lascio parlare i volti delle persone che hanno tanto da dire al di là delle sole parole. Quando fotografo le altre persone è come se provassi le loro sensazioni per quello che fanno anche cose che non posso fare io: è come se vivessi due volte”.
E anche il mare nelle foto c’è sempre perché dice molto della libertà con cui vive. Non solo lo fotografa ma lo vive: “Vado in barca a vela – dice – riuscendo anche a fare Campionati di Vela grazie alla Lega Navale di Palermo”.
Dalla sua città in notturna ha raggiunto Castellammare ed Ustica ma il suo sogno è raggiungere Montecarlo. “Ho paura ed ha paura, ma lei non lo dice, anche mia madre ma se vogliamo vivere dobbiamo rischiare un poco”.
E dopo le traversate estive si prepara ad andare nelle scuole e lì racconta di sé, delle sue paure, delle sue lotte e delle vittorie. “Ai ragazzi e ai bambini dico che la disabilità non è una condanna ma è un’opportunità per avere più voglia di vivere come se fosse un’avventura. Quando mi chiedono perchè ha i polsi storti o perchè ho le gambe storte o perchè parlo a scatti, io scherzandoci su dico a loro che sono un alieno e che vengo da Marte”.
Lasciamo partire Alberto che ancora deve fare la valigia per raggiungere Siracusa. Lui, Alberto, sarà, come lui dice, pure un alieno ma sa vivere sulla terra da uno che la conosce meglio di tanti e tanti altri.
