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domenica, 13 Aprile 2025
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Amadou, il viaggio dal Senegal e la nuova vita a Palermo grazie alla Rete Sai

La testimonianza del ragazzo sordo dalla nascita: “Dopo tanta sofferenza oggi sorrido alla vita. Vorrei fare arrivare in Italia mia sorella, di 14 anni, anche lei sorda”

Serena Termini
Serena Termini
È nata il 5 marzo del’73 e ha tre figli. Dal 2005 è stata la corrispondente dell'agenzia di stampa nazionale Redattore Sociale con cui oggi collabora. Da sempre, ha avuto la passione per la lettura e la scrittura. Ha compiuto studi giuridici e sociologici che hanno affinato la sua competenza sociale, facendole scegliere di diventare una giornalista. Ciò che preferisce della sua professione è la possibilità di ascoltare la gente andando al di là delle prime apparenze: "fare giornalismo può diventare un esercizio di libertà solo se ti permettono di farlo".
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PALERMO. Con un sorriso solare disarmante, Amadou Diouf accoglie tutte le persone che incontra, trasmettendo una vitalità straordinaria. Il giovane, anche se, infatti, è sordo dalla nascita, ha una espressività del viso molto bella. Amadou, originario del Senegal, è stato accolto, nel 2023, a Casa dei Mirti del Centro Diaconale Valdese “La Noce” che fa parte, dal 2021, della Rete SAI (Sistema Accoglienza e Integrazione) per i minori stranieri non accompagnati. A prendere per mano il giovane – che oggi ha 19 anni – accompagnandolo nel suo delicato percorso di inclusione sociale sono state tante persone. Amadou, recentemente, ha vinto il Campionato Italiano Sordi calcio A5 under21. Tutto questo è avvenuto grazie alla collaborazione tra il Centro Diaconale, l’‘Ente Nazionale per la protezione e l’assistenza delle persone sorde in Italia (SP ENS) Palermo e il GSS Asd Modena presso il quale il giovane è adesso tesserato. Con questa squadra il giovane è campione italiano Calcio A 5 e vice campione d’Europa.Amadou a Palermo si allena, inoltre, con la scuola A.C.S.D. Borgo Nuovo Calcio di Palermo, insieme alle persone udenti.

Hai una cicatrice molto evidente sulla fronte che cosa ti è successo?
In Tunisia mi hanno rubato tutti i soldi e lo zaino con i vestiti. Io ho provato a resistere, tentando di comunicare ma, essendo sordomuto, non mi hanno capito e mi hanno lanciato una grossa pietra in testa, lasciandomi sanguinante. Fortunatamente, grazie ad una fasciatura, ce l’ho fatta perchè la ferita non era molto profonda. In Tunisia sono rimasto tre settimane dove ho conosciuto una famiglia che, tramite una persona, si è messa in contatto con la mia famiglia per fare arrivare altri soldi che mi sono serviti per partire.

Il viaggio è stato, quindi, lungo, rischioso e molto sofferto?
Sì, molto. Dal Senegal, a bordo di un camion, abbiamo attraversato il Mali per raggiungere l’Algeria e poi la Tunisia. Sono arrivato a Lampedusa nell’estate del 2023, dopo una attraversata in barca di notte. In questa, eravamo circa 45 persone e tra queste, c’erano donne e bambini. Ci siamo messi a pregare perchè avevamo tutti tanta paura e c’era tantissima tensione e preoccupazione; io non so nuotare e il mare era molto agitato.

In Italia la tua vita è cambiata completamente?
A Casa dei Mirti sono stato subito accolto e aiutato tantissimo. Condivido la stanza con un ragazzo pakistano; mi sento a casa perchè vivo, insieme agli altri, come in una grande famiglia. Ringrazio tutte le persone che mi stanno aiutando a fare i documenti e a sbrigare tutte le pratiche per la mia salute. Ho moltissimi amici e, ringraziando a Dio, non mi sono mai sentito solo”.

Stai studiando?
Sì, sto studiando al CPIA per potere prendere la licenza media. Studiare è importante per riuscire a trovare una occupazione lavorativa.

Cosa ti piace fare?
Mi piace tantissimo giocare a calcio. Il mio sogno, in futuro, è quello di potere diventare un giorno un calciatore professionista. Ho fatto anche delle esperienze teatrali e, da poco, per il cinema ho partecipato alle riprese di un cortometraggio.

Qual è il desiderio più grande?
La mia famiglia è molto contenta di ciò che sto facendo. Vorrei tanto fare arrivare a Palermo mia sorella Fatou di 14 anni che è anche lei sorda. Sarebbe molto bello ritornare a stare insieme.

L’impegno di Casa dei Mirti per Amadou

“Amadou è arrivato subito a Casa dei Mirti in quanto giovane vulnerabile – ha spiegato Gloria Zuccaro, coordinatrice di Casa dei Mirti -. Essendo solo audioleso, con un impianto cocleare e un percorso logopedico, riuscirebbe a parlare. Pertanto, ci stiamo attivando per fargli raggiungere questo importante obiettivo. Grazie al progetto Sai-Sistema accoglienza integrazione del Comune di Palermo – che accoglie complessivamente 200 tra ragazzi e ragazze stranieri di minore età e non accompagnati ad una familiare o un adulto e che ha a “Casa dei Mirti” una delle sedi – Amadou riesce a studiare a scuola con la presenza dell’interprete LIS. Ci stiamo adoperando, pure, per il riconoscimento della sua invalidità”. “L’accoglienza di Amadou è il risultato di un lavoro corale – ha affermato Anna Ponente, direttrice dell’Istituto Valdese La Noce (uno degli undici enti gestori del SAI) insieme al Comune di Palermo, la scuola e l’ente dedicato agli audiolesi. Solo lavorando in sinergia, si riescono a portare avanti bene i progetti significativi di accompagnamento all’autonomia di vita. Da questi giovani, ogni giorno, continuiamo ad imparare tantissimo per la sensibilità, la forza straordinaria e la grande capacità di resilienza che hanno”.

Casa dei Mirti ha accolto, per il momento, 14 persone provenienti da dieci Paesi: Guinea Bissau, Guinea, Gambia, Sierra Leone, Ghana, Senegal, Afghanistan, Pakistan, Mali, Egitto. L’intervista ad Amadou è avvenuta grazie al supporto dell’interpretein LIS Internazionale Fabio Lipari.

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