PALERMO. Sul suo tavolo da lavoro c’è un veliero. Ha tratti punici. Sembra una di quelle imbarcazioni che dal Nordafrica portavano i cartaginesi in Sicilia, a metà del primo millennio avanti Cristo.
Athnasuos Abdalla, 22 anni, nato a Minya, in Egitto, quella rotta l’ha percorsa davvero. E lo ha fatto a bordo di una barca con altre duecento persone.
Con sé ha portato i doni che contraddistinguono il suo essere: Athnasuos è creatività, è amore per il legno.
Con le sue mani, forti e leggiadre, crea sgabelli, leggii, oggetti decorativi.
La sua falegnameria è diventata il laboratorio del Centro Astalli di Palermo, che lo ha accolto e gli ha permesso di esaltare le sue qualità.
“Da quando sono arrivato a Palermo, sto bene. – racconta – E anche se a volte trovo delle difficoltà, c’è sempre la possibilità di cominciare qualcosa di nuovo“.
Athnasuos incontra il legno
La storia tra Athnasuos e il legno comincia presto e per caso.
“Ho cominciato a lavorare il legno intorno ai dieci anni, frequentavo le elementari. Mio padre ha avuto una malattia e non ha potuto più andare a lavoro. Così ho cominciato a cercare qualche lavoretto. Lui non voleva, perché vedeva che a scuola ero bravo e sapeva che non avrei potuto fare più quello che lui sognava per me“.
Si imbatte allora, per necessità, in una falegnameria. Qui avviene la scoperta di quell’antica arte, custode di tradizione e sapienza, che oggi è la sua vocazione.
“Al legno mi sono subito appassionato. Ho iniziato a lavorare e non ho più smesso“.
Né in Egitto né in Sicilia. “Sono partito a 17 anni e mezzo da Alessandria. Volevo aiutare la mia famiglia“.
La fede di Athnasuos è cristiana ortodossa. Una confessione religiosa minacciata nella sua terra, anche da attacchi terroristici. Tante le ripercussioni e poi lì “una mentalità chiusa“, che aveva difficoltà ad accettare.
Dall’Egitto alla Sicilia, attraversando il Mediterraneo
Partenza Alessandria d’Egitto, destinazione Sicilia. A bordo della barca oltre duecento persone.
“Tutto quello che è successo durante il viaggio era inimmaginabile. Quando l’ho fatto, ho scoperto quanto fosse difficile. Il viaggio era previsto per una settimana. Ma chi conduceva la barca ha sbagliato la rotta: erano finiti il cibo e l’acqua. – racconta – Siamo rimasti quasi quindici giorni in mare. Negli ultimi quattro giorni abbiamo mangiato pane durissimo con la muffa. Mescolavamo la poca acqua potabile che avevamo con l’acqua del mare. Non sapevamo che le persone a cui eravamo affidati fossero poco raccomandabili. C’era un lato nero che non conoscevamo: erano persone aggressive e pericolose. Avevamo perso la speranza di vedere terra, attorno c’era solo mare“.
Era giugno. “Di mattina il caldo era forte e di notte c’era freddo. Sono arrivati momenti in cui il mare era agitato e l’acqua ci veniva addosso. Quei 15 giorni ci sono sembrati 15 anni“.
In seguito il ritrovamento dell’imbarcazione grazie a un moonbird e l’arrivo di un mercantile olandese: “Ci ha salvati, così siamo arrivati a Trapani“.
L’Isola per una nuova vita
Dopo l’arrivo a Trapani il cammino di Athnasuos è continuato nella provincia di Catania, dove è stato accolto in un centro e più tardi a Palermo, in un’altra struttura di accoglienza. “Quattro anni fa, quando sono arrivato qui, non parlavo l’Italiano. Ho cominciato a studiarlo a ItaStra (dipartimento dell’Università di Palermo dove si insegna l’italiano agli stanieri, ndr). Nel frattempo, frequentavo la terza media. Successivamente, mi sono iscritto a un corso serale, all’istituto per il Turismo“. Quindi l’incontro con il Centro Astalli. “C’era un corso di falegnameria, uno di ceramica e uno di cucina. Io, dal momento che facevo il falegname nel mio Paese da molti anni, ho scelto il corso di falegnameria. Il progetto è stato anche presentato ad alcune aziende. E una di queste aziende, Leroy Merlin, ha contribuito a ristrutturare il laboratorio, donando anche diversi attrezzi”.
Athnasuos si è sempre rimboccato le maniche e il suo talento nella lavorazione del legno gli ha permesso, ben presto, di farsi conoscere e apprezzare. Non sono quindi mancati stage, lavori sul territorio e anche una collaborazione, come falegname, con l’associazione Lisca Bianca.
“A Palermo – aggiunge – ho fatto amicizia con ragazzi stranieri e italiani, ho avuto la sensazione di non essere solo. Ho dovuto fare i conti anche con difficoltà: la mancanza di documenti, di alloggi, lo sguardo razzista di qualcuno, ma qui c’è sempre stata la vicinanza delle persone”.
Per lui il futuro è luminoso come il sole. “Vorrei continuare gli studi, iscrivermi all’Università, mi piacerebbe frequentare la facoltà di Architettura”.
Falegname 2.0
Avere a che fare con il legno non richiede soltanto manualità.
Entrano in campo diverse considerazioni, ad esempio la finitura, il taglio, la tipologia di lavorazione, la verniciatura.
Insomma, è tutta una questione di scelte. E scegliere è davvero importante, perché può determinare il cambiamento.
Chi è esperto dell’antica arte del legno questo lo sa. E Athnasuos, che oggi piano piano costruisce il suo percorso, l’ha provato vivendo.
Ha deciso di coltivare la sua passione fino a farla diventare una professione, di attraversare il Mediterraneo per arrivare in Sicilia, di creare a Palermo il suo futuro. E poi quando è arrivato il Coronavirus con il lockdown che ha sospeso il tempo, lui ha scelto di insegnare online la sua passione, servendosi della tecnologia e dei social.
Per il primo corso multimediale del Progetto FAMI / “L’italiano per comunicare, studiare, partecipare”, dal titolo “L’Italiano per la falegnameria”, in collaborazione con il Centro Astalli e il docente di lingua italiana di ItaStra Giuseppe Fazio, Athnasuos ha realizzato dei video didattici e tutorial.
“Ho registrato questi video dalla falegnameria del Centro Astalli per spiegare il mio lavoro agli alunni di Itastra, così da insegnare il mio mestiere e anche la lingua italiana. Penso sia importante far conoscere come si lavora il legno. A Palermo l’artigianato è in crisi. Questa città è ricca di cultura e di tante arti, sarebbe un peccato perderle. Bisogna tramandarle”.
Ed eccolo Athnasuos: in video gli brillano gli occhi, spiega con dedizione e precisione. Racconta della nobile materia, il legno, a cui ha affidato i suoi sogni.