PALERMO. Un ragazzo che, attraverso una forte prova di carattere, ha espresso il proprio talento musicale, la possibilità di unire attraverso la musica le diversità gli stili, le lingue e i racconti di vita. È questa la storia di Chris Obehi (che in lingua Esan significa “mano dell’angelo”) oggi impegnato in un ritorno quanto emotivo tanto impegnativo in Nigeria per poter costruire ponti culturali con la Sicilia e portare il suo know-how musicale nella sua terra.
La famiglia, l’emigrazione e i primi passi in Italia
Chris lasciò il proprio Paese nel 2015, a soli 17 anni, distaccandosi dalla propria terra, dai propri cari, dalle proprie radici e raggiungendo, dopo numerose vicissitudini, Lampedusa. Da lì un percorso in salita, alleviando tutto ciò che un giovane ragazzo come lui aveva vissuto in prima persona: “Quando arrivai a Lampedusa avevo solamente 17 anni. Da lì giunsi poi a Messina, luogo in cui incontrai un coro e lì suonai il pianoforte incominciando a muovere i primi passi. Non è stato facile“, riferisce.
Chris si apre e svela la “tradizione musicale” della famiglia raccontando il come la passione della madre per il genere Gospel e del padre per l’Afrobeat e per il Reggae lo abbiano accompagnato nella sua vita: “Mia madre canta musica Gospel ogni sera, mio padre è un amante della musica Afrobeat e Reggae. Sono cresciuto in questo ambiente familiare“.
La palermitudine di Chris Obehi e i primi concerti da bassista
La Sicilia ha avuto effetti benefici in termini caratteriali per Chris. Ha infatti superato la sua riservatezza e la sua timidezza aggiungendo alle esperienze musicali degli strumenti – il pianoforte e il basso – quella del canto: “Iniziai a cantare in Italia, caratterialmente ero molto riservato e non volevo cantare in pubblico – riferisce Chris –. Iniziai a suonare il basso già in Nigeria. Quando approdai a Palermo nel 2016 cominciai a fare delle esperienze musicali nei locali facendo le jam sessions con i musicisti e gli artisti, suonando ogni sera. Iniziai ad ascoltare Bob Dylan, alcune canzoni di Luciano Ligabue e poi conobbi la storia musicale di Rosa Balistreri e da lì presi la passione per la cultura musicale siciliana“.
L’amicizia con Francesco Riotta e la scoperta di Rosa Balistreri
Uno dei primi punti di riferimento relazionali e musicali per Chris è stato Francesco Riotta, del gruppo “Famiglia del Sud” con il quale ebbe la possibilità di suonare da bassista: “A Palermo incontrai Francesco Riotta di Famiglia del Sud – racconta il giovane musicista di origini nigeriane -, un gruppo che fa raggae e con il quale ho potuto suonare il basso. Fu lui che mi chiese se avessi ascoltato i brani di Rosa Balistreri. Da lì ascoltai ‘Cu ti lu dissi’ e mi aveva colpito molto perché è una canzone ricca di emozioni al suo interno. Esprime l’anima di Rosa e, quando tornai a casa, quella canzone e il ritornello ‘moru, moru, moru ciatu lu me cori’ erano nella mia testa“.
Dopo questa scoperta, Chris proseguì con lo studio da autodidatta della chitarra tramite i social: “Imparai la chitarra da autodittata tramite i video su youtube in sei mesi – riferisce Chris –. Avevo cercato su youtube la canzone di Rosa Balistreri scrivendo ‘moru moru moru’ ma non trovavo nulla. Ciononostante non mi fermai. Anzi, chiesi a Francesco il titolo della canzone e lui mi riferì che si intitola ‘Cu ti lu dissi’. La cominciai ad ascoltare con assiduità: è stato molto difficile da imparare, ma credo in me stesso e non mi sono fermato. Grazie anche alle esperienze precedenti con gli strumenti quali il basso, il pianoforte e la batteria“.
I testi inediti e la sperimentazione degli stili nella musica
La sua musica narra, attraverso i testi, il ritmo e la voce, i ricordi vissuti da Chris ma non solo, è questo ciò che vuole trasmettere attraverso due dei suoi brani. “‘Non siamo pesci’ nasce da ciò che ho vissuto quando arrivai a Lampedusa traendo ispirazione da un evento veramente accaduto durante il mio viaggio verso l’Europa – dice –. ‘Mama Africa’ è un testo che ho dedicato alla mia terra, da dove sono partito. Oltre a questi due brani ho scritto anche testi in cui ho potuto sperimentare l’unione tra le varie lingue, scrivendo tra l’altro anche in dialetto. Scrissi perfino una canzone dedicandola a mia madre“.
La profondità del linguaggio musicale si esplicita attraverso il superamento delle barriere e dei pregiudizi: è questo ciò che trasmette al Chris uomo e cantautore: “Per me la musica è un qualcosa di molto forte, è uno strumento di comunicazione che non guarda le barriere, anzi le supera – afferma -. La musica non guarda se tu sei africano, sei italiano o altro, la musica è bella per questo! Io personalizzo la musica per esprimere le emozioni che sento e che mi accompagnano nella mia quotidianità tra il presente e il passato. La musica è una lingua universale“.
La lingua universale della musica lascia in Chris una impronta in termini di riconoscimento delle identità plurali: “Noi siamo cittadini del mondo, no? Io quando sono arrivato in Sicilia mi sono collegato alla sua storia, alla sua cultura e alle sue tradizioni che sono diventate parti integranti della mia vita“, ribadisce.
I progetti attuali e i sogni futuri di Chris Obehi
Un sognatore a occhi aperti. Chris Obehi è la sintesi tra il crederci fino in fondo e il realizzare ciò che lo ha portato ad essere: un artista umile e dall’animo profondo: “Io mi aspetto tante cose dal futuro e dico a tutti che non dovete mollare, anzi, dovete sognare come ho fatto io – riferisce Chris –. Avevo sognato fino ad oggi che sarei tornato in Nigeria e il mezzo che mi avrebbe accompagnato in questo viaggio sarebbe stato la musica. La mia musica sta diventando virale anche lì. Mi sto costruendo un’altra immagine perché chi non mi conosceva abbastanza con il nome di Christopher oggi mi conosce come Chris Obei in modo ufficiale“, racconta con entusiasmo.
Il suo ritorno in patria, in questi giorni, dopo 6 anni, è pieno di tante aspettative: “Tornare in Nigeria è una nuova avventura per me, è una nuova emozione unica e diversa per quanto riguarda il mio percorso musicale e sono ottimista nel vedere realizzate cose positive“. Vi è un lavoro che collegherà le sue due storie identitarie a metà tra la Sicilia e la Nigeria attraverso un documentario: “Realizzeremo un documentario al fine di creare un ponte tra la Sicilia e la Nigeria e il perno centrale sarà proprio questa relazione tra le due realtà – conclude Chris Obehi -. Desidero ringraziare Italia music export e Italia music Lab per il forte supporto al progetto“.