11.4 C
Palermo
mercoledì, 5 Marzo 2025
HomeStorieGloria e quei dormitori dove ricomincia la vita: "Qui si riscopre il valore delle relazioni"

Gloria e quei dormitori dove ricomincia la vita: “Qui si riscopre il valore delle relazioni”

spot_img
spot_img

“Un senza dimora non è solo un senza casa, un senza tetto: è un uomo o una donna che ha smesso di amarsi e di essere amato”. Le parole di Gloria Zuccaro, educatrice del Centro Agape, sono ferita e balsamo insieme. Indicano il dolore profondo di chi ha smesso di camminare e, nel frattempo, sono presupposto per la ripartenza. Da diversi anni, Gloria svolge il suo servizio nella struttura, a Ballarò, inserita nell’ambito del progetto Pon Metro-Poli diurni e notturni per senza dimora ed è gestita dal Centro diaconale valdese La Noce. Accoglie neomaggiorenni immigrati, in attesa di asilo da parte della commissione territoriale, persone con problemi di dipendenza o che hanno subito violenza, uomini e donne separati. “Ospitiamo anche persone uscite dal carcere che non hanno più una famiglia che le possa sostenere. Qui stanno cominciando a rinascere”, racconta nel video realizzato da Maghweb. Una missione possibile perché “i poli diurni e notturni per l’accoglienza non sono dei semplici dormitori, ma delle piccole comunità dove riscoprire il valore delle relazioni, ricostruire il proprio progetto di vita, il proprio futuro di autonomia e di integrazione sociale”. L’obiettivo principale è quello di “dare la possibilità a ogni singolo ospite di avere un’altra chance, ritrovando quei momenti di gioia e di serenità fraterna indispensabili per andare avanti”.

Il cammino verso l’autonomia abitativa. Il momento più difficile descritto da Gloria nella relazione con gli ospiti della struttura è quello in cui “emergono le loro fragilità”. “Lì è indispensabile la presenza dell’educatore che è pronto ad accoglierle”. “Così può riattivarsi l’amor proprio e la voglia della persona accolta di rimettere tra le mani il proprio progetto di vita e continuare”. L’esperienza conduce l’educatrice verso una consapevolezza: “Il nostro compito è quello di offrire ai nostri ospiti assistenza psicologica, assistenza legale e sanitaria, attivarci con tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione per avviarli verso una autonomia abitativa”. Il punto di partenza in questo percoso è sapere che ciò di cui ha bisogno un ospite del Centro Agape è “ritrovare la fiducia in se stesso”, persa dopo uno sbaglio o per le porte chiuse in faccia da parte di amici o familiari nei momenti più difficili. “Per anni – confida Gloria – queste persone hanno smesso di credere nella possibilità di potercela fare, come se la situazione in cui vivono fosse una situazione di stallo”. E qui l’educatore deve intervenire in differenti modi: “Con le attenzioni verso i loro bisogni, con l’ascolto delle loro paure, delle loro difficoltà, delle loro insicurezze. E piano piano le persone che accompagniamo riscono a uscirne fuori, a raggiungere – e qualcuno ce l’ha fatta – l’autonomia abitativa”. È il caso di Roberto, che Gloria ha accompagnato lungo questo percorso, durato tre anni. L’ultimo ricordo è uno dei più felici. “Ricordo il momento in cui mi ha chiamato, ero di spalle e mi sono girata. Lui mi ha mostrato le chiavi che oscillavano tra le sue dita. Erano le chiavi della sua nuova casa. E continuava a ripetere: ‘Ce l’ho fatta perché avete creduto in me. Ormai la mia famiglia e quelli che reputavo i miei amici avevano smesso di crederci. Allora avevo smesso anche io'”.

https://www.facebook.com/dimoraponmetro/videos/961563977656723

spot_img

Leggi anche

spot_img
spot_img

Ultime notizie

spot_img

Twitter

spot_img