PALERMO. Spesso i concerti di alcuni big della musica sono aperti da artisti meno conosciuti, ma non meno valevoli. È il caso di Kid Gamma, che ha aperto i concerti in Sicilia di Geolier, di Sangiovanni e, da ultimo, di Rkomi a Bagheria lo scorso 9 agosto.
Kid Gamma – nome d’arte di Gabriele Gallo – è un palermitano di 20 anni, uno di quelli nati “con la musica nel sangue”: fin dall’età di quattro anni studia, infatti, pianoforte al Conservatorio di Palermo.
Un artista giovane per i giovani
Gabriele è un giovane che ha le idee abbastanza chiare sul proprio percorso di artista, che concepisce come servizio ai giovani, insito anche nel suo stesso pseudonimo (“Kid” significa proprio “giovane” in inglese).
Il messaggio che la sua musica vuole comunicare è proprio quello della speranza in un futuro migliore. Lo fa parlando della sua storia, del suo vissuto personale, delle sue emozioni, in cui spera che anche i suoi coetanei possano ritrovarsi.
Dal trap all’indie
Negli ultimi due anni il genere di Kid Gamma ha conosciuto una variazione: infatti, dal genere rap/trap è passato a quello pop/indie. Se il genere che prima praticava gli consentiva anche di fare denuncia sociale riguardo alle condizioni dei giovani del quartiere Zisa in cui è nato e cresciuto, le sonorità dell’indie non si prestano facilmente agli stessi contenuti: la sfida accettata da questo giovane artista è proprio quella di conciliare queste nuove sonorità alla narrazione dei problemi sociali che più gli stanno a cuore.
Musica per raccontarsi
La produzione di Kid Gamma racconta la sua crescita e va di pari passo con questa, al punto che, se gli si chiede quali siano i brani che più dicono di lui, risponde che sono quelli che devono ancora uscire.
Gallo parla, in particolare, del singolo prossimo ad uscire, dal titolo “Come quando piove”. La canzone racconta, attraverso la voce di una ragazza, i rapporti umani che quest’artista ha vissuto, toccando anche tematiche come l’ansia sociale e la mania dell’apparire.
La sua speranza è, in definitiva, quella di dar voce, attraverso la sua musica, a ciò che sta nell’animo di quanti suoi più coetanei possibili.