PALERMO. La mattina alle cinque è andato ad assistere la pecora che avrebbe partorito. In tutta fretta ha raggiunto la sua campagna che si trova a pochi metri dal bevaio di Geraci Siculo, borgo sulle Madonie della provincia palermitana, e con premura ha accudito gli agnelli nei primi istanti di vita. A casa nuovamente, doccia e cambio di vestiti, e poi verso la scuola, l’Istituto di istruzione Superiore G. Salerno di Gangi, che da lì a poco avrebbe aperto i suoi cancelli.
Le ore le ha trascorse sui banchi tra numeri, leggi, regole di grammatica e quanto previsto per quel giorno. A casa, dopo avere fatto i compiti, nuovamente in campagna fino a sera con il suo amico Carmelo. Al di là dell’evento straordinario, la nascita degli agnellini, questa è la routine di Antonino Salmeri, un geracese di tredici anni dal sorriso largo, che da un po’ di mesi ha deciso di dar seguito alla sua passione.
“La campagna non ti lascia mai in pace”: dice, ripensando alle parole del nonno che ha condiviso con lui l’amore e il rispetto e la cura per ogni piccola e grande cosa che la campagna offre. Lo dice con lo stesso entusiasmo con cui i coetanei raccontano di giochi on line e like sui social. Non è solo l’orto, con i suoi ortaggi, le sue verdure e i suoi fiori, ad entusiasmare Antonino, ma sono anche gli animali di cui si prende cura e alle soste ai bar e ai pub del paese lui preferisce le passeggiate per le strade difficili della montagna che sovrasta il paese, magari raggiungendo le sorgenti dell’acqua che al bevaio scorre da anni rinfrescando turisti e paesani. Con pazienza ha messo su un capanno di cemento, dandosi da fare con gli strumenti del mestiere, per dare riparo alle galline. Gli agnelli, provenienti dal Belice, li conosce tutti, uno per uno, e con il loro latte ha imparato a fare il formaggio. Le semenze che usa per il suo orto sono quelle antiche e ne vengono fuori, tra le altre cose, zucche molto grandi, i pomodori – e a lui piacciono i cuori di bue – i tenerumi e la fagiola carrubbara. Di tutto quello che raccoglie lui ne riempie cesti e panari in vimini per regalarli ai familiari e agli amici e a chi ne ha bisogno.
“Da grande – dice – voglio fare il pastore. Io non riesco ad allontanarmi dalla natura, da questi paesaggi, dagli animali. Io sono pienamente me stesso qui e mi sento libero e felice”. Questa passione che lo fa sorridere di gusto poca cosa, certo, non è. “Non amo il telefonino – continua – se non per dare appuntamento ai miei amici, per comunicare con i miei genitori e per restare aggiornato su poche cose importanti. Io, dopo avere fatto i compiti, preferisco la vita, qui”.
L’entusiasmo di Antonino è contagioso e ad accorgersene anche la Coldiretti, l’organizzazione nazionale ed europea degli imprenditori agricoli. Lo scorso 6 ottobre alle Saline Ettore e Infersa di Marsala, infatti, è stata celebrata una edizione straordinaria dell’Oscar Green: sono stati premiati sei giovani siciliani che hanno scelto di investire le proprie energie e il proprio tempo nella realizzazione di imprese agricole, nella salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio rurale, usando bene tecnologia e innovazione.
“Le imprese che corrono per l’Oscar Green sono rappresentative di un modello di innovazione sostenibile in agricoltura che affonda le sue radici nella terra e nelle comunità – sottolinea la delegata nazionale di Coldiretti Giovani Impresa Veronica Barbati -. Storie di giovani, veri protagonisti italiani della transizione ecologica, che nascono tanto dall’esigenza di rendere reale un sogno individuale d’impresa quanto dalla voglia di dare risposte alle necessità di una collettività, realizzando prodotti originali o arricchendo il territorio di servizi altrimenti impossibili da garantire”.
Antonino, tra i sei, con il suo sorriso largo e gli occhi gioiosi ha tenuto tra le mani la pigna gialla a riconoscimento del suo lavoro, costante e puntuale, del suo impegno straordinario capace di trasformare un pezzo di terra dimenticato in una azienda, che però a chiamarla solo così si perde tutta la sua eccezionalità. L’orto di Antonino è qualcosa in più: è una narrazione giovane per un mondo che qualche volta è proprio annoiato.