SALAPARUTA. Colline sinuose, acetoselle gialle e poi distese di filari che si perdono a vista d’occhio. Così a Salaparuta, nel cuore della Sicilia sudoccidentale, la natura disegna uno scenario incantevole, che è impossibile non apprezzare. Qui in un’area segnata dal devastante terremoto del 1968, è possibile conoscere la storia della famiglia Vaccaro, che ha scelto di ricostruire e investire nel futuro senza dimenticare il passato. Partendo da un profondo legame con la terra e le sue tradizioni vitivinicole, è riuscita a trasformare le avversità in opportunità, puntando su un’agricoltura sostenibile e su tecniche di vinificazione che abbracciano la modernità.
Una storia di vino, dunque, e soprattutto di una famiglia. Al centro di questa narrazione, infatti, c’è una coppia, Giacomo e Caterina, che hanno scelto di stare insieme, non solo come marito e moglie, ma anche come custodi di un sogno comune, quello di realizzare un progetto capace di dare nuova vita e speranza al territorio.
Acquistando un modesto podere in un’area all’epoca ancora segnata dalle cicatrici del sisma, Giacomo, visionario e intraprendente, e Caterina, dolce e determinata, hanno creato una realtà imprenditoriale che mette insieme vino e famiglia.
L’azienda Vini Vaccaro, attraversata dal fiume Belice, che lambisce le province di Palermo, Agrigento e Trapani, oggi si estende per 90 ettari. Con una produzione di circa 800 mila bottiglie, ha saputo interpretare la filosofia della filiera corta, dal vigneto alla tavola, avvalendosi di tecnologie all’avanguardia per l’imbottigliamento, conquistando i palati di un vasto pubblico internazionale. Dal 2000 è arrivata anche la conversione all’agricoltura biologica, con la sostenibilità tra i valori peculiari dell’azienda.
C’è poi da sapere che negli anni Giacomo e Caterina sono riusciti a trasmettere la loro determinazione e visione ai figli Laura, Catia e Carmelo, e al nipote Luigi che rappresenta oggi la seconda generazione. Insieme in cantina, ognuno con il proprio ruolo e le competenze acquisite con studio ed esperienza sul campo, portano avanti l’azienda.
Per loro la viticoltura assume una connotazione che va oltre la semplice attività economica, è infatti uno strumento di rinascita territoriale. Ogni vigneto, ogni bottiglia, racconta una storia di impegno verso la sostenibilità, il rispetto per la biodiversità e la valorizzazione delle varietà autoctone. Tutto ciò si traduce concretamente in vini che vogliono essere un omaggio alla terra da cui provengono, capaci di evocare in chi li degusta la bellezza del paesaggio siciliano.
La recente inaugurazione della nuova bottaia rimodernata segna una nuova sfida nel segno dell’enoturismo. “La nuova bottaia vuole essere un luogo magico – dicono – dove condividere piacevoli sensazioni e far sentire gli ospiti parte della nostra famiglia”.