PALERMO. Il 19 agosto i missili russi hanno sferrato i primi attacchi missilistici nel centro storico di Chernihiv, a nord dell’Ucraina, sopra Kyiv, a 70 km dalla frontiera con la Russia. Uno dei missili ha colpito il teatro cittadino. A perdere la vita sono 7 civili tra cui una bambina di 6 anni. Più di 90 i feriti tra cui 12 bambini e 10 agenti di polizia. Una bambina di 12 anni in gravi condizioni è stata portata d’urgenza nella capitale Kyiv. Stamattina un altro missile, di tipo Iskander, ha colpito il centro storico di Chernihiv.
“Oggi la mia città è in lutto – dice Viktoriya Prokopovych, coordinatrice per la Sicilia Occidentale del Consolato Generale dell’Ucraina a Napoli, che ci racconta quanto appreso dai familiari che vivono nella città sotto attacco e dai mezzi di comunicazione -. Era un sabato mattina di festa. La gente stava uscendo dalla chiesa con ceste di mele consacrate quando il centro della città è stato preso di mira.
La Russia non ha smesso di bombardare il territorio ucraino. Ogni giorno si sentono 3 o 4 sirene attraversare la città. Un’ora prima delle 11.20 di stamattina, un altro missile, Iskander, ha colpito il centro storico della mia bellissima Chernihiv. Questo genocidio non si arresta e non sappiamo ancora quanto tempo dovremmo resistere. È un dolore molto profondo. Ringraziamo l’Italia per la protezione antiaerea che fornisce al nostro paese. Alcuni attacchi hanno però distrutto palazzi civili e infrastrutture”.
Un anno fa Chernihiv dove vive la famiglia di Viktoriya è diventata una “città eroica”. “Tutta la periferia era stata distrutta, il centro della città è stato bombardato dai missili russi – continua la rappresentante in Sicilia del Consolato ucraino a Napoli -. Sono stati colpiti il cinema, un policlinico dentistico per i bambini e un’altra struttura ospedaliera. Nel palazzo dove vive mia figlia con il marito e il figlio, un anno e mezzo fa, la parte di un missile è entrato sotto la loro stanza da letto. Abbiamo ricostruito a spese nostre senza percepire fondi a sostegno. Poi sono tornati a vivere nello stesso palazzo e vivono ancora lì”.
Come durante il periodo della pandemia da Covid-19 e in questi mesi di guerra da più di un anno, la comunità ucraina a Palermo attraverso l’invio di beni di prima necessità non fa mancare il proprio sostegno morale e materiale ai propri connazionali nel Paese.
Le foto sono di Viktor Koshmal