In via Messina Marine, nei pressi del porticciolo di Sant’Erasmo, per andare a trovare Mohamed; in via Libertà per Enea. La cartina dei bisogni e delle sofferenze a Palermo ha nomi e luoghi. Valentina Vivona, coordinatrice dell’unità di strada del Comitato di Palermo della Croce Rossa italiana, li passa in rassegna uno per uno, nella sua scaletta degli interventi. Porta ai senza dimora cibo, aiuti e non solo. “Chi vive in condizione di disagio abitativo e marginalità soffre anche una carenza affettivo-relazionale e una condizione di esclusione sociale”. Uno dei primi obiettivi del servizio di Unità di stata della Croce Rossa Italiana – Comitato di Palermo è “portare un sostegno emotivo, relazionale e psicologico ai senza dimora, raggiungendoli in strada”. Un lavoro di mappatura e osservazione territoriale che permette di abbracciare l’intera città e garantire un aiuto attento e capillare. L’unità di strada è uno dei servizi offerti nell’ambito del progetto #DimOra!, Servizi per l’inclusione sociale del PON Metro Palermo realizzati in partenariato con Centro studi Opera Don Calabria, Centro diaconale “La Noce” – Istituto Valdese e la cooperativa sociale La Panormitana. “Quello che ci muove è andare in strada, incontrare le persone e costruire relazioni di fiducia”, spiega Valentina nel video di Maghweb, a bordo dell’Unità di strada tra le vie di Palermo. A ciò segue “una forma di aiuto”. “Quando si instaura una relazione e si crea fiducia si diventa un po’ amici”. Tanto che Valentina racconta una sua abitudine, quella di chiamarli “amici di strada”. “Allora si sentono veramente liberi di chiederci ciò di cui hanno bisogno, come un taglio di capelli. Ad esempio, durante una conversazione gioco con uno degli utenti del servizio si scherzava sul fatto che si sarebbe tolto la barba. Mi ha detto: ‘Hai visto? Senza barba non sono più un barbone'”.
Il profilo dei senza dimora a Palermo. La maggior parte dei senza dimora a Palermo sono italiani e, tra questi, la maggioranza è palermitana. Ci sono anche persone laureate o che fino al giorno prima lavoravano – riferisce Valentina -. Alcune hanno un disagio psichico, altre incorrono in un disturbo psichico dopo che cominciano la vita di strada. “Vivere per strada non è mai una libera scelta – spiega -, dietro c’è sempre un trauma: è sempre una scelta mediata e dettata da alcune condizioni particolari”. Tra loro, anche giovanissimi, appena diciotteni, e persone di 88 anni, che sembra quasi impossibile che possano vivere per strada. “Invece, hanno una grande resilienza”. Soffermandosi sul rapporto con loro, Valentina sottolinea la schiettezza: “Ad alcuni di loro dico: ‘guarda che puzzi, ti devi lavare’. Lo faccio con una franchezza che per molti potrebbe essere aggressiva. Invece no. Percepiscono che il modo in cui lo dico è un modo diretto, semplice, senza preconcetti, secondi fini. Come glielo direbbe una persona che vuole loro bene”.
Il reinserimento nella società. Un altro aspetto dei servizi dell’unità di strada del Comitato di Palermo della Croce Rossa è quello dell’indirizzamento verso i servizi, perché “molte di queste persone non hanno documenti”. “Allora facciamo una sorta di orientamento sul territorio, a volte fissando anche gli appuntamenti necessari per loro”. Dopo un percorso di condivisione e fiducia, alcune persone accettano la possibilità di trasferirsi in una struttura. “Questo è avvenuto – conferma Valentina -. Qualcuno è anche uscito dalle strutture perché è riuscito ad affittare un locale o perché si è ricongiunto con la famiglia”.
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